Cosa vedere

La Rocca Albornoziana

Questo castello, che svetta sulla città di Spoleto, prese il nome da Gil Carrillo Alvarez de Albornoz, cardinale e condottiero spagnolo, abilissimo diplomatico. Edificata a partire dal 1359, fa parte di una serie di rocche volute da Papa Innocenzo VI. Oggi è possibile visitare vari ambienti della fortezza: il Cortile d’Onore, il Cortile delle Armi, il Salone d’Onore e la Camera Pinta. All’interno della Rocca Albornoziana si trova il Museo Nazionale del Ducato, inaugurato nell’Agosto del 2007. Visitabile gratuitamente ogni prima Domenica del mese (prenotazione facoltativa al n. 0743 224952).

Il Ponte delle Torri

Il Ponte delle Torri, tra le più grandi costruzioni in muratura dell’età antica, alto ben 80 metri e lungo circa 230, aveva funzioni di acquedotto, portando in città l’acqua del monte tramite il canale posto sulla sua sommità. Un’altra sua funzione, che mantiene ancora oggi, era quella di collegamento tra il centro storico spoletino e il Monteluco, grazie alla presenza di un camminamento che corre lungo il versante nord.

Realizzato in calcare locale e sorretto da nove piloni collegati tra loro da arcate ogivali il Ponte non è facilmente databile, ma il suo aspetto attuale viene solitamente collocato tra il XIII e il XIV secolo.

Cattedrale di Santa Maria Assunta (Duomo)

La Cattedrale, ricostruita alla fine del XII sec., sostituì l’antico edificio di S. Maria del Vescovato, dell’VIII – IX sec., eretto sull’area di un primitivo tempio cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata, impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella splendida residenza ducale di Urbino al fianco di Francesco di Giorgio Martini.

All’interno del Duomo sono presenti numerosissime opere di assoluto rilievo. Alla fine della navata destra si può ammirare la Croce dipinta di Alberto Sotio (1187), uno dei più antichi esempi di croci dipinte e presenta l’iconografia del Cristo vivo (triumphans), che si diffonderà fino agli inizi del ‘200 in Italia centrale.

L’abside presenta un notevole ciclo dipinto con Storie della Vergine affrescato da Filippo Lippi tra il 1467 e il 1469.
Nel Duomo è conservata la lettera autografa di san Francesco a frate Leone. Dopo le sacre spoglie, custodite in Assisi, le reliquie più preziose di Francesco sono i suoi autografi. Ne esistono soltanto due ed uno è, appunto, questo di Spoleto: un piccolo foglietto rettangolare di pergamena, tratta da pelle di capra, che misura cm 13×6, formato da diciannove righe e perfettamente conservato.

Basilica di San Salvatore

La chiesa rappresenta una delle principali testimonianze architettoniche longobarde della Langobardia Minor. L’ispirazione monumentale dei duchi longobardi di Spoleto si manifestò qui nel rifacimento della chiesa nell’VIII secolo. L’insieme fa parte del sito seriale “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”, inscritto alla Lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel giugno 2011.

Arco di Druso e Germanico

L’arco sorge a pochi passi da Piazza del Mercato, e costituiva la porta di accesso monumentale al foro della città dalla via Flaminia. Fu eretto nell’anno 23 d.C in onore dei principi Druso e Germanico, rispettivamente figlio e figlio adottivo dell’imperatore Tiberio.

Casa Romana

Sotto il Palazzo del Comune si trova la domus, datata al I secolo d.C.. I suoi ambienti conservano ancora, oltre ai bellissimi mosaici pavimentali, lo schema tipico delle case patrizie in voga tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio di quella imperiale.

Torre dell'Olio

Annessa al cinquecentesco Palazzo Vigili, è la torre più alta della città, e trae il suo nome dall’antica consuetudine difensiva consistente nel gettare dalla sommità delle torri l’olio bollente sugli assalitori. La torre attuale risale probabilmente al XIII secolo, ma un elemento difensivo affine esisteva nello stesso luogo già nel 217 a.C., quando le truppe cartaginesi di Annibale, in marcia verso Roma, vennero respinte dagli spoletini. La memoria di tale celebre avvenimento ha dato poi il nome alla porta che sorge proprio sotto alla torre, Porta Fuga.

Teatro Romano e Museo Archeologico Statale di Spoleto

Il Museo Archeologico Statale di Spoleto è ospitato dal 1985 all’interno dell’ex monastero di Sant’Agata, sorto alla fine del XIV secolo nell’area del Teatro Romano. Il primo piano è dedicato alle testimonianze archeologiche di Spoleto: sono esposti reperti provenienti dal centro urbano e dal territorio circostante che raccontano le varie fasi di sviluppo della città, dalle origini nella media Età del Bronzo (metà del II millennio a. C.) alla fase preromana. Il secondo piano del museo è dedicato ai reperti provenienti dalla Valnerina. Al piano terra del museo è allestita la sezione dedicata al Teatro Romano.
Il Teatro, edificato alla fine del I secolo a.C., sorge su una grande piattaforma artificiale delimitata da un ambulacro semicircolare, dal quale si accede, attraverso tre ingressi, alla cavea, sulle cui gradinate prendevano posto gli spettatori.
Sono conservati anche l’orchestra, ovvero lo spazio centrale destinato a platea per gli spettatori di riguardo, e il pulpito (palcoscenico), entrambi impreziositi dal rivestimento in marmi policromi, mentre la retrostante scena, che ospitava i fondali per gli spettacoli, fu fortemente alterata nel medioevo a causa della costruzione della chiesa di Sant’Agata.
E’ possibile visitarlo gratuitamente la prima Domenica del mese (prenotazione facoltativa al n. 0743 223277).

Monteluco, Monastero Francescano e Bosco Sacro

All’ingresso della città si trova Monteluco, montagna ricoperta da un fitto ed antico bosco di leccio, che raggiunge 780 m s.l.m. e la cui sommità è raggiungibile sia a piedi, grazie ad un percorso denominato “giro dei condotti” che in macchina, con una strada panoramica che offre la vista sulla valle spoletina e sul vicino Ponte delle Torri.
Il significato del nome Monteluco deriva infatti dal termine lucus, bosco sacro a Giove. La montagna fu considerata sacra sia per gli uomini in età romana, ma anche luogo mistico per i tanti cristiani che lo scelsero per condurvi una vita ascetica e di preghiera.
Sulla cima della montagna vi è il Bosco Sacro, dove si trova Lex spoletina, iscrizione incisa su un cippo di pietra quadrangolare, in latino arcaico e risalente al III secolo a.C. che enuncia una vera e propria legge a tutela della sacralità del monte e dei suoi boschi.
A pochi passi, l’Eremo francescano, originariamente costruito nel 1218 che da San Francesco di Assisi, che ottienne dai monaci benedettini di San Giuliano una cappella dedicata a santa Caterina di Alessandria, intorno alla quale sorgeranno sette povere celle, ancora visibili all’interno del convento, primo nucleo abitativo della confraternita francescana.

Indirizzo

Corso Garibaldi 60
06049 Spoleto (PG)

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